Maritozzo con frosting al Philadelphia

Maritozzo con panna e ciliegie candite
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Il maritozzo : il dolce della tradizione romana

“La storia del Maritozzo romano ha origini  lontane, se si considera che che già nella Roma Antica esisteva la consuetudine di preparare delle pagnotte arricchite di miele e frutta secca.

In principio, l’impasto era composto da farina, burro, uova, miele e salee il formato era molto più grande rispetto di quello a cui siamo abituati. Nel periodo della Quaresima il maritozzo si ridimensionava; la cottura più lunga gli conferiva un colore più scuro e all’impasto venivano aggiunti uvetta, pinoli e canditi. In questa versione, detta Quaresimalee sopravvissuta fino ai giorni nostri, Er santo maritozzo rappresentava l’unica deroga ammessa al digiuno penitenziale imposto dal momento.

L’origine del nome invece si deve presumibilmente all’usanza, da parte dei futuri mariti, di regalare alle promesse spose proprio un “maritozzo”.”

Poichè la sera dopo lavoro, se non abbiamo altri impegni, ci piace metterci ai fornelli e creare un nuovo dolce  abbiamo pensato proprio di sfornare un bel maritozzo.  Sono nati così l’altra sera i nostri maritozzi anche in attesa della seconda edizione del “Maritozzo Day“, evento organizzato dagli amici di Tavole romane, che per un giorno li vedrà protagonisti. Segnatevi questa data : 1 dicembre 2018! L’evento organizzato in collaborazione con gli artigiani locali vedrà sfornare dalla mattina alla sera un tripudio di maritozzi in tutti i quartieri di Roma, in tutte le versioni possibili ed immaginabili e noi non vediamo l’ora di prendervi parte.

Per l’occasione e per tenerci pronti abbiamo realizzato dei maritozzi con un frosting al formaggio e ci sono piaciuti tantissimo.

Maritozzo con panna e ciliegie candite

Maritozzo con panna e ciliegie candite

Qui sotto la nostra ricetta:

Impasto maritozzi:

  • 380 g circa di di farina 00
  • 25 ml di olio di semi di girasole
  • 1 cucchiaio e mezzo di zucchero
  • un pizzico di sale
  • 1 uovo medio
  • 200 ml di latte
  • 13 g di lievito di birra fresco

Pe prima cosa abbiamo fatto sciogliere il lievito nel latte tiepido aspettando che si attivasse per circa 10 minuti. Successivamente abbiamo versato il composto nella planetaria e unito lo zucchero; abbiamo fatto andare per qualche minuto a bassa velocità e poi abbiamo aggiunto a poco a poco la farina setacciata alternando velocità 1  e 3 per circa 3 minuti alla volta.

Quando l’impasto ha preso forma, abbiamo aggiunto l’olio, un pizzico di sale e le uova sbattute continuando fin quando l’impasto non è risultato omogeneo e ben staccato dalle pareti.

A questo punto abbiamo messo l’impasto in una ciotola e abbiamo lasciato lievitare lontano da correnti d’aria per 3 ore. Trascorso questo tempo, abbiamo realizzato sulla placca da forno i nostri maritozzi (noi li abbiamo fatti un pò più tondeggianti e meno allungati di come si vedono in molti bar)  cospargendoli di albume e abbiamo lasciato che lievitassero per un’altra ora.

Dopodichè abbiamo infornato a 180 gradi per una ventina di minuti fino a doratura. Abbiamo infine preparato una soluzione con acqua e zucchero (tre parti di acqua e una di zucchero) con la quale abbiamo spennellato i nostri maritozzi per renderli più lucidi.

Frosting philadelphia:

200 gr philadelphia

100 panna da montare

75 gr zucchero a velo

Sbattere insieme la Philadelphia con lo zucchero a velo e unire la panna precedentemente montata in un’altra ciotola facendo attenzione a non smontare il composto.

A questo punto riempite i vostri maritozzi, decorate con ribes e buon appetito!

p.s. poichè quella sera avevamo come ospiti a casa anche dei bimbi, che amano il gelato al gusto puffo, abbiamo pensato di colorare con del colorante alimentare in gel un pò di frosting per realizzare per loro dei maritozzi puffo 🙂 Vi piace l’idea?

un maritozzo farcito con frosting

Maritozzo con frosting blu

Se anche tu sei un fan del maritozzo scrivi in quale versione lo preferisci!

Se invece vuoi vedere un altro dolce tipico della tradizione romana leggi questo articolo.

 

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